Diritto internazionale: per grandi problemi ci vuole grande coesione

Il diritto internazionale umanitario è un concetto in continuo mutamento. Soprattutto con l’avvento della globalizzazione, l’economia, prima concentrata nei singoli Stati, comincia a diventare un’economia mondiale. Da qui cominciarono anche i grandi problemi di carattere internazionale.
Esempio di vasto elemento di discussione in tutti i Paesi più sviluppati dell’UE è il fenomeno dell’immigrazione. Non sempre tale fenomeno è stato affrontato con prontezza e oculatezza dai Capi di Stato e di Governo; Come si evince dal sito Amnesty International risalente al 2003: l’UE a quei tempi era afflitta da una forte incertezza che, estendendosi a livelli internazionali, causò un blocco delle “porte” dell’UE. Purtroppo, come era prevedibile, la situazione non lasciò indenne l’Italia che, più degli altri Paesi (come riporta il “Rapporto Annuale 2003 di Amnesty International”), si trovò in una situazione critica. Il nostro paese era infatti privo di una legge riguardante l’asilo e ciò portò a una serie di fenomeni di violenza e di non accettazione. Si fu costretti a vivere un momento storico davvero travagliato, durante il quale le violazioni dei diritti fondamentali erano all’ordine del giorno e, durante il quale, l’UE restava in silenzio totalmente incapace di agire.
Ovviamente nel corso degli anni la situazione è migliorata e, seppur tali problematiche persistano, la normativa è decisamente più chiara e concreta.
Non va dimenticato che, nonostante ci si trovi nel 21esimo secolo, siamo costretti ad assistere a un efferato fenomeno di terrorismo contro la sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Tale atto è stato compiuto da un gruppo di musulmani non solo a scapito del diritto alla vita e alla dignità umana, ma anche delle libertà individuali in genere. Tutto ciò perché questi musulmani si sono dichiarati “feriti personalmente” da delle vignette satiriche sul Corano e sul culto dell’Islam in genere. La Francia, oggi come un tempo, ha manifestato contro questa forma di privazione della propria libertà di pensiero, di espressione e della propria dignità. Se grazie alla Francia un tempo, con la Rivoluzione francese, abbiamo ottenuto i diritti fondamentali, oggi con la Francia combattiamo questi attacchi brutali e disumani che ledono nell’animo tutti noi cittadini europei e del mondo.
La nostra Costituzione all’art. 19 tratta proprio di una dei diritti che, più di ogni altro, ad oggi, è causa di controversie nel mondo: il diritto alla libertà di professione religiosa. Quest’ultimo, al secondo comma, limita tale libertà al buon costume dei loro riti e oserei dire che niente potrebbe essere più calzante in tal caso.
Va ricordato perciò che tali comportamenti vanno ripudiati con ogni mezzo, possibilmente pacifico, in modo da non vanificare ciò per cui i nostri predecessori lottarono. Come disse Voltaire: “Je désapprouve ce que vous dites, mais je me battrai jusqu’à la mort pour que vous ayez le droit de le dire” ossia “Non condivido ciò che dici ma mi batterò fino alla morte affinché tu abbia il diritto di esprimerlo”, principio sancito propriamente dall’art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

CLAUDIA MASTROSIMONE

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