Peppino Impastato: una vita contro la mafia!

Visto che nessun telegiornale ha ritenuto opportuno spendere 2 minuti di servizio pubblico, per ricordare un ragazzo che dedicò la vita alla lotta contro la mafia: pochi di voi, purtroppo, ne hanno sentito parlare, voglio “presentarvelo” io. Peppino Impastato nasce a Cinisi (PA) il 5 gennaio 1948. La famiglia Impastato è bene inserita negli ambienti mafiosi locali. Il giovane Peppino cresce e frequenta il Liceo Classico di Partinico ed appartiene a quegli anni il suo avvicinamento alla politica. Successivamente, insieme ad altri giovani, fonda un giornale, “L’Idea socialista” che, dopo alcuni numeri, sarà sequestrato. Nel 1968 Peppino partecipa alle manifestazioni contro gli espropri delle terre per la costruzione della terza pista dell’aereoporto di Punta Raisi: significativa l’azione di Peppino, che davanti all’alternativa di ottenere un compenso equo per i terreni, sostenuta dal Consorzio Espropriandi e quella di lottare contro la costruzione della pista, propose questa seconda via, appoggiata dalla maggioranza dei contadini. Furono organizzate due manifestazioni: nel corso di una di queste alcuni giovani, tra cui anche Peppino, vennero denunciati per organizzazione di protesta non autorizzata. Nel 1975 organizza il Circolo “Musica e Cultura”, un’associazione che promuove attività culturali e musicali e che diventa il principale punto di riferimento por i giovani di Cinisi. All’interno del Circolo trovano particolare spazio il “Collettivo Femminista” e il “Collettivo Antinucleare” Il tentativo di superare la crisi complessiva dei gruppi che si ispiravano alle idee della sinistra “rivoluzionaria” , verificatasi intorno al 1977, porta Giuseppe Impastato e il suo gruppo alla realizzazione di Radio Aut, un’emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi e la sua scelta nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Peppino Impastato viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale (si era candidato nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali) ; col suo cadavere venne inscenato un attentato, atto a distruggerne anche l’immagine, in cui la stessa vittima apparisse come attentatore suicida, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale. Stampa, forze dell’ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto vittima di suicidio dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. L’uccisione, avvenuta in piena notte, riuscì a passare la mattina seguente quasi inosservata poiché proprio in quelle ore veniva “restituito” il corpo senza vita del presidente della DC Aldo Moro in via M. Caetani a Roma. La matrice mafiosa del delitto viene individuata grazie all’attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Impastato che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa.

ALESSIO GUGLIOTTA

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