Virgin e Lupin

Tratto dal giornale cartaceo n.6

Virgin e una sua amica decidono di pranzare assieme. Finito di mangiare c’è ancora una mezz’oretta di tempo prima di ritornare alle proprie vite.

– Che dici? Andiamo al parco giochi del lungo mare?-

Virgin risponde scioccata -a fare?-  e la sua amica replica con trenta due denti – saliamo sull’altalena!!-

– ma tu sei pazza! A questa età? E poi finisce che rigurgitiamo tutto ciò che abbiamo mangiato!-.

Con gli occhi lucidi la implora fino a quando Virgin non cede ai suoi occhioni.

Così le due ragazze avviano il loro cammino.

Arrivate al parco giochi del lungomare, si siedono sulle altalene e cominciano a dondolare.

Parlando del più e del meno, un non so che… l’istinto molto probabilmente, Virgin si volta verso la sua destra in cui ci sono gli scivoli. Ciò che attira i suoi occhi è un movimento salterino di un batuffolo arruffato nero con dei riflessi blu e una linea bianca.

Virgin – ma cos’è? – pensa ad alta voce cercando di capire cosa potrebbe essere. Con un balzo scende dal dondolio monotono e si avvicina alla creatura. Si, è una gazza ladra. Troppo piccola per volare, troppo piccola per mangiare da sola e badare a se stessa.

Nel disperato tentativo di scavalcare un muretto  di trenta centimetri, la gazza ladra si incastra fra la recinzione e un albero. Virgin cerca di disincastrarla ma ha paura che si possano far del male a vicenda.

In quel preciso momento si avvicina un operaio in pausa pranzo, dice alle ragazze: – tranquille, è innocua. L’ho trovata in mezzo la strada e per evitarle una morte schiacciante, ho cercato di metterla in salvo lasciandola qui e per vedere se la madre tornasse ma ancora nessuna traccia… se rimane qui sarà una facile preda per i gatti o di qualche tempista o morirà di fame. Io non posso portarmela, anche perché non saprei come curarla e soprattutto devo lavorare… -.

Le ragazze, tristi e dispiaciute per il povero volatile, cercano di trovare una soluzione.

L’amica – perché non la prendi tu? Hai un giardino abbastanza grande!-

Virgin – io? E come faccio? Ho duemila impegni… non ho tempo! Soprattutto da perdere con una gazza ladra! E poi è un animale orribile, disprezzato da tutti! Rovina il raccolto e distrugge i nidi degli altri uccelli-.

– e che facciamo? Piccola creatura, la lasciamo qui a morire? –

Virgin con un tono di compassione – ok, lo prendo io…-.

Si avvia in un bar a chiedere se possono darle un grande pacco di cartone e un tozzo di pane, prendono la piccola gazza e la mettono lì dentro.

Virgin – ora dobbiamo tornare a casa, devo portarmela con me. secondo te,  i miei mi buttano fuori?-

Rachele – bah, non penso. Al massimo non ti fanno entrare la piccola!- disse sghignazzando.

La giovane Ragazza si dirige subito verso casa, poggia lo scatolone all’entrata, ed entra dentro.

Il ronfare del padre è così assordante da sentirlo fuori.

Virgin si avvicina al padre e spingendo ripetutamente la sua gamba, cerca di attirare la sua attenzione e appena vede un segno di risveglio gli domanda – hai orari per essere svegliato? –

padre – si, quattro, quattro e mezza – dice girandosi dall’altro lato.

Virgin – ah, comunque sono le cinque meno venti! –

il padre alzandosi di scatto dice – sono in ritardo! –

Virgin divertita dalla scena cerca di dirgli al padre della piccola gazza. -Papà. Ehm…ho trovato una gazza ladra e non sa volare…-.

Padre – ah…-.

Virgin – si, è troppo piccola e l’ho portata qui…la tengo fino a quando non volerà…mi sembrava brutto lasciarla in mezzo alla strada…-

Il padre con un mezzo sorriso si affaccia fuori dalla porta, e vede l’uccellino che spalanca la bocca cinguettando – sta morendo di fame… dagli mele, larve, pane…queste si mangiano la qualunque… però assicurati che il cibo sia acquoso, tiepido e in piccole quantità –

Virgin sbalordita – ah, nient’altro?- il padre – beh… hai il cinquanta percento che riesce a volare e sopravvivere…

La ragazza giorno dopo giorno, nutre la piccola gazza… la prende e la lascia libera nel giardino a saltellare qua e là, ma sotto la sua vigilanza poiché il gatto dei vicini è sempre in agguato.

Guardando mentre le dà da mangiare, Virgin sorride, si sente quasi una mamma! E pensa ad alta voce – devo darti un nome! So che a voi gazze vi piacciono le cose che luccicano e che siete delle abili ladruncole! Che ne dici Lupin?- il pennuto la guarda con un occhio strano ma il suo unico pensiero è quello di mangiare.

Qualche giorno dopo, Lupin riesce a mettersi in sesto. Le piume che mancavano sono ricresciute, batte le ali e fa salti più alti e prolungati, esce dal pacco ormai diventato il suo nido, ma ancora non sa volare. Ormai vede la ragazza come una madre, la insegue dappertutto.

Virgin deve sbrigare degli impegni, il padre e il fratello sono al lavoro.

Virgin- come faccio? Non posso lasciarti dentro sennò fai danno. Fuori no, perché c’è la gatta….IL TERRAZZO!- esclama – lì non arriverà nessun predatore, sei al sicuro e al caldo-.

Porta il pacco fra le sue mani fino a quando non arriva a destinazione, poggia il pacco a terra vicino ad una pedana e un altro pacco poggiato lì sopra.  – Lupin, qui hai l’acqua, il pane, la mela e tutto… mi raccomando! – la sua unica risposta è – CIP CIP! – sembra che sia un piccolo bambino e che riesce a capire cosa dice la piccola Virgin. La ragazza sorride e va via.

Tornata a casa, il suo primo pensiero è quello di Lupin.

Sale, guarda il pacco ma è vuoto. Si gira intorno per vedere dove sia ma niente. – sarà volata via? Sarà saltata da qualche parte?- pensa un po’ dispiaciuta e preoccupata.

-Il gatto non è arrivato qui, non ci sono tracce né di piume, né di sangue… – chiama Lupin svariate volte, fischia ma non vi è nessuna risposta…nessun CIP.

Scende sotto prepara il pranzo per il padre, finito di mangiare guarda fuori ma non vede Lupin volare. – ho un brutto presentimento -.

il padre arriva e in un respiro la ragazza gli domanda– hai visto Lupin? –  ma la risposta del padre è completamente negativa, e suppone che forse ha imparato a volare e chiede alla figlia se ha controllato nei dintorni e Virgin conferma.

Virgin – è troppo strano, è successo qualcosa, deve essere qui. È impossibile che se ne sia andato… che sia volato via… io penso che se ci sarebbe riuscito sarebbe rimasto nei dintorni!- pensa preoccupata.

Ricontrolla il giardino, tutti i paraggi, angoli, ovunque. Decide di risalire in terrazza. Richiama Lupin per l’ultima volta ma niente. Ormai perse le speranze sta per rientrare dentro quando ad un tratto sente un battito d’ali. Proviene da dietro quello scatolone sopra la pedana.

Virgin sposta lo scatolone e tutto ciò che trova è il piccolo corpicino di Lupin, oramai tiepido e in fin di vita. Nessuna lesione, nessun segno per dire la causa della morte.

Virgin ha allungato la vita di Lupin per una settimana, ma non è riuscita a salvarlo dal suo destino, dalla morte.

MELANIA SALPIETRO

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