IL SEGRETO DEL MIO PASSATO

Tempo fa io mi trasferì dalla mia vecchia città, dove avevo ricordi molto tristi, che avrei volentieri dimenticato, in questa nuova cittadine molto piccola e accogliente come se fosse rimasta bloccata nel tempo, dove si respirava il profumo dei tempi andati; Non era trasandata o trascurata, anzi c’erano giardini ben curati, fioriti e delle bellissime recinzioni in ferro battuto. E mi trasmetteva una sensazione familiare come se fosse un déjà vu. Ero appena arrivata e in meno di qualche giorno sarebbe cominciata la scuola. La scuola, non mi era mai piaciuta molto perché sono una persona molto introversa e venivo spesso presa in giro per questo. Trasferendomi qui ho pensato che avrei potuto ricominciare da capo. Qualche giorno dopo iniziò la scuola, mi feci qualche amica, ma non so per quale ragione le sentivo distanti come se non fossimo sulla stessa lunghezza d’onda. Così iniziai nei giorni seguenti a esplorare la piccola cittadina, anzi per la precisione i boschi circostanti. Adoravo stare nel bosco sentire lo scricchiolio delle foglie ed in più c’erano silenzio e tranquillità le due cose che preferisco in assoluto. Dopo qualche giorno mi inoltrai sempre più in quei boschi dove gli alberi si infittivano all’improvviso, come se il mio istinto mi spingesse ad andare oltre per cercare qualcosa, ma non avevo la più pallida idea di cosa. Mi ritrovai inaspettatamente ai bordi di una radura dove al centro sorgeva un alto groviglio di piante dal quale si poteva scorgere all’apice qualcosa di simile ad una mano. Era un po’ strano trovare qualcosa del genere, ma più mi avvicinavo più restavo sorpresa da quello che vedevo, non riuscivo a capire quale fosse la sua reale forma, talmente era coperta di rampicanti. Presa dalla curiosità mi avvicinai ancora di più e iniziai a scostare qualche ramo. Una volta spostati mi sembrò di intravedere qualcosa di simile a un’incisione alla base in una lingua che a momento non riconoscevo. Questo mi incuriosì a tal punto che volli scoprire cosa c’era al di sotto di quelle piante. Adesso riuscivo a vedere bene quelle incisioni e riconobbi che erano frasi in Greco. Ma a cosa che mi colpì di più era il fatto che fosse un masso in pietra con le sembianze di un taccuino e tradussi le frasi: era un rompicapo, ma c’era una frase che lo accompagnava che diceva chi lo avrebbe risolto avrebbe scoperto il segreto della cittadina. Io impiegai qualche giorno per risolverlo perché avevo la continua sensazione di sapere la risposta ma non riuscivo ad arrivarci. Una volta risolto tornai nella radura e pronunciai ad alta voce la risposta, non so esattamente perché lo feci ma sapevo che era giusto così. All’inizio non successe nulla ma poi un passaggio si aprì ne terreno a di sotto dell’angelo. Un po’ timorosa scesi giù. Arrivati alla fine si apriva in un’ampia sala buia con una sola luce al centro che illuminava un libro con delle ali disegnate sopra. Non appena toccai il libro ebbi come un mancamento, mi cedettero le gambe, la mente si offuscò e tutto ad un tratto inizia ad avere dei flashback, ma quelle immagini mi erano sconosciute e nel contempo familiari. Questi ricordi rappresentavano una famiglia felice, genitori amorevoli con la figlia e tutti i bei pensieri che si possono avere, ma più le immagini scorrevano più mi accorgevo di alcuni dettagli come le cicatrici a forma di “v” sulle loro schiene. Non sapevo cosa pensare non solo perché anche io avevo dei segni simili ma perché questi ricordi sembravano appartenermi, come se fossero la parte mancante del mio passato. Dopo un po’ mi riscossi e riuscì finalmente a staccare la mano dall’antico manoscritto e caddi a terra sfinita e senza fiato a pensare a quello che era successo. Non appena mi ripresi uscì e scappai via da quella radura più velocemente che potei, arrivata in città inizia a guardare tutto con occhi diversi e con ogni particolare mi portava alla mente altre immagini. Mi diressi verso il parco dove sapevo che sedeva sempre la ultracentenaria signora della cittadina perché se potevo avere almeno la speranza che qualcuno potesse darmi delle risposte era lei. Poco dopo la intravidi e rimasi stupita perché dalla schiena le stavano fuoriuscendo due enormi e candide ali bianche, più uscivano più lei ringiovaniva sino a diventare una splendida donna sulla trentina. Mi avvicinai curiosa e spaventata, per vedere di più e cercai di essere furtiva ma lei si accorse lo stesso di me e mi disse di avvicinarmi così avrebbe potuto spiegarmi tutto. Lei mi prese per mano e ci mettemmo a camminare e durante questa passeggiata mi disse tutto su mio passato e sui miei genitori. Mi raccontò che tempo fa ci fu un’epidemia che colpì solo gli angeli e che ne ridusse drasticamente la popolazione e i miei genitori per salvarmi mi avevano cancellato la memoria ed attraverso un rito molto antico avevano fatto addormentare la mia parte angelica. Con il tempo accettai questa nuova parte di me e imparai a controllarla. Adesso vivo tranquilla e felice con il resto della comunità angelica.

VERONICA VERCELLI

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