Emily – Introduzione parte II

Nella maggior parte delle bibbie, le parole del quinto comandamento sono semplici e chiare: “Non uccidere”.
Nella traduzione unitaria delle chiese cattolica in essa ora sta scritto: “Non commettere omicidio”.
Da ciò si presentano delle domande: che cosa è giusto? Si deve intendere: “Non uccidere” oppure “Non commettere omicidio?” Come dovremmo comportarci?

Nella nota di fondo pagina della bibbia , sta scritto che non dovremmo uccidere intenzionalmente. Riferito al mondo degli animali, il comandamento di non uccidere di proposito avrebbe un senso, in quanto ovunque noi uomini appoggiamo il piede, sotto di noi si trovano molti animali, in parte minuscoli. Ne calpestiamo alcuni, tuttavia non lo facciamo appositamente. Se ci appoggiamo ad un albero, anche in questo caso può darsi che uccidiamo alcuni animaletti. Non li vediamo e quindi non lo facciamo intenzionalmente. Quindi, se vogliamo uccidere una persona, lo faremo consapevolmente. E questo, secondo l’uso corrente del linguaggio non è altro che un omicidio. Per cui, uccidere, in fondo, equivale a commettere omicidio.
Se esaminiamo più attentamente questo aspetto riconosciamo che, quando una persona ne uccide un’altra, ha prima determinati pensieri e i pensieri sono forze. Anche se noi non vediamo i pensieri, essi sono energie, sono una realtà ed esercitano il loro influsso.
La gente non uccide per paura di prenderci gusto.
Perché se uccidi la prima volta potrebbe ricapitare nuovamente ed è per questo che siamo civilizzati.
Usiamo un po’ della nostra immaginazione per questa parte del secondo racconto, l’argomento trattato sarà proprio questo.

MELANIA SALPIETRO

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